Le spampezie si producono solo a Faido, Prato, Dalpe, Osco, Chiggiogna o in altri comuni della bassa valle come Bodio, Personico e Pollegio. Alcuni affermano che Osco è la patria delle spampezie.
È risaputo che molti dei suoi abitanti emigrarono per lavorare nei ristoranti di altri stati europei e sicuramente tornarono con nuove ricette, ma non vi sono prove che le spampezie si siano
diffuse a partire da lì.
Sembra che il nome originale sia panspezi, cioè “pan di spezie”, e che in seguito la “s” sia stata anticipata per dare le forma spampezie, spampezi o spanpezi. Etimologicamente si tratterebbe di
un pane di spezie. Diversi tipi di pan di spezie o panpepati sono prodotti nel resto della Svizzera, per esempio i Biber di San Gallo o i Tirggel zurighesi, che forse hanno influenzato la
tradizione leventinese. In Leventina i dolci erano meno rari che altrove, ma erano comunque destinati soprattutto a occasioni speciali come feste religiose o sagre di paese: le spampezie erano
biscotti tipici delle festività natalizie così come i crèfli, biscotti simili, anch’essi prodotti in Alta Leventina.
Troviamo traccia dell’esistenza di spampezie e crèfli fin dalla seconda metà del XVIII secolo, grazie alla collezione, esposta nel Museo di
Leventina, di stampi decorati che risalgono a quell’epoca e che erano utilizzati per preparare i due tipi di biscotti. Si tratta di forme in legno, che possono avere diverse fogge, intagliate su
una facciata per illustrare una figura che a volte richiama una festa particolare, altre lo stemma di una casata. Molte immagini fanno riferimento a motivi religiosi come il matrimonio, il
battesimo, Natale.
Troviamo perfino simboli legati alla Pasqua: siccome si conservano a lungo, crèfli e spampezie potevano essere preparati in inverno e consumati a primavera, quindi anche per la Settimana Santa.
Purtroppo gli scritti sulle tradizioni leventinesi non ci hanno lasciato tracce della produzione di spampezie, ma la collezione del Museo di Leventina, con i suoi stampi del XIX,
attesta la continuità del consumo di questi dolci.
Nel XX secolo, alcune fonti rievocano la produzione di spampezie. Secondo la pubblicazione Donne ticinesi: rievocazioni (1928) si preparavano spampezie anche senza ripieno e
senza moduli, tagliando la forma voluta (spesso un cuore) direttamente sulla pasta spianata.
Guido Calgari, nel suo articolo Tradizioni natalizie di Faido: le panspezie, pubblicato nel 1968-69, racconta come si aggiungessero al ripieno spezie come cannella, chiodi di garofano, noce
moscata. Questi aromi esotici dovevano essere accessibili grazie alla posizione strategica della Leventina.
Gli altri ingredienti erano invece a portata di mano: miele e burro si producevano in casa e le noci si raccoglievano dagli alberi che crescevano nei dintorni.
Spesso si preparavano tante spampezie in una volta sola, con moduli diversi, e si lavorava in gruppo: ognuno prestava man forte per impastare, spianare la pasta, posare il ripieno,...
Si preparavano per le feste di fine anno, oppure per le feste patronali, chiamate anche chilbi, termine usato del resto anche nella Svizzera tedesca. Si portavano poi al forno del prestinaio per
cuocerle.
A partire dagli anni 1950, con le trasformazioni socio-economiche del dopoguerra e i cambiamenti alimentari conseguenti, le spampezie hanno
perso un po’ della loro notorietà: si tratta infatti di dolci troppo grossi per le famiglie poco numerose di quest'epoca e troppo “pesanti” per le nuove abitudini alimentari.
La loro produzione rimane comunque attiva. Il metodo di preparazione di base è rimasto fino ad oggi pressochè intatto: ognuno però ha la sua ricetta personale,
che difficilmente viene rivelata. Anche la tradizione di preparare le spampezie per le feste patronali rimane viva, soprattutto ad Osco. Production Ognuno ha la sua ricetta per le spampezie. Quel
che le accomuna tutte è una pasta di farina, panna, burro, zucchero e succo di limone e un ripieno composto di noci (alcuni aggiungono anche nocciole), pane grattugiato e grappa. Occorre inoltre
un modulo per stampare i biscotti.
A Osco molte famiglie conservano ricette di questi dolci, che vengono preparati soprattutto in inverno per le feste natalizie. Da qualche anno un gruppo di abitanti ne prepara anche in occasione
della festa del patrono di Osco, verso la fine del mese di agosto. Le spampezie vengono vendute durante la festa e il ricavato è devoluto alla parrocchia.
LA PANETTERIA
La Panetteria Schröder, rinomata in tutta la valle Leventina ha sede a Chiggiogna, proprio dove vi è il Ristorante e Campeggio
Gottardo.
SPECIALITÀ
La spampezia, un dolce dalla
crosta croccante, una ripieno a base di noci macinate e una ricetta custodita con amore.
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